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- 4 consigli per un profilo LinkedIn efficace
Sei un manager o un professionista e vuoi ottenere più risultati dal tuo profilo LinkedIn, ma non sai bene come muoverti? Il primo passo è costruire un profilo chiaro ed efficace, dove i tuoi contatti riescano a capire immediatamente che tipo di professionista sei e perchè puoi fare al caso loro. In questo modo getterai le basi per costruire un rapporto di fiducia con la tua rete professionale, costruendo una presenza autorevole che ti aiuterà a trovare nuovi clienti e sviluppare nuove opportunità commerciali. Ecco 4 consigli per realizzare un profilo LinkedIn chiaro ed efficace. 1 - Foto profilo É la prima cosa che un potenziale cliente vedrà di te. Assicurati di scegliere un’immagine che ti rappresenti e che esprima al meglio la tua personalità. Non deve essere per forza troppo seria, ma ricordati che non sei su Instagram. Prediligi quindi uno sfondo neutro, utilizza la luce naturale e scatta un primo piano del viso o un mezzo busto. 2 - Titolo Subito dopo la foto, il titolo è la seconda sezione del profilo che appare nella ricerca LinkedIn, vicino al tuo nome. In questo caso, hai a disposizione solo 300 caratteri per descrivere le specifiche soluzioni che offri. Quindi, scegli bene le parole da usare e identifica in modo semplice, chiaro e preciso il valore che puoi dare come professionista. 3- Riepilogo Quest’area è dedicata a una descrizione approfondita delle tue caratteristiche peculiari. Qui puoi raccontare al meglio il professionista che sei diventato oggi, i risultati raggiunti e gli obiettivi che sei in grado di raggiungere insieme ai clienti. 4 - Esperienze professionali Tieni questa sezione costantemente aggiornata. Utilizzala per spiegare che sfide hai affrontato nelle varie aziende in cui hai lavorato e che impatto hai portato. Puoi descrivere la tua storia professionale anche attraverso documenti, presentazioni e articoli di giornale, che ti permetteranno di mostrare in maniera concreta ciò di cui sei capace. Conclusioni Un profilo Linkedin ottimizzato ed efficace sarà il tuo migliore strumento per avere successo su questo social. Ricorda quindi di completare tutte le sezioni e di aggiornarlo regolarmente. Per concludere, un consiglio strategico. Non accedere a LinkedIn solo quando cambi lavoro, ma coltiva una rete di contatti che potranno aiutarti nello sviluppo della tua carriera o del tuo business.
- Come coinvolgere il pubblico ad un evento che stai sponsorizzando?
Collaborare con un’altra azienda, magari in settori diversi dal tuo, può essere un’ottima strategia per incrementare la notorietà del tuo brand e raggiungere nuovi potenziali clienti. Per sfruttare al massimo la visibilità offerta dalla sponsorizzazione di un evento, però, è fondamentale coinvolgere in maniera attiva e memorabile i follower online ed offline. Per Monteverde, tra i primi 5 produttori di carne avicola in Italia, abbiamo organizzato un concorso per stupire il pubblico durante un match sponsor per Pallacanestro Brescia. 1 - Definizione tema concorso Per prima cosa, abbiamo definito il contenuto del progetto e le modalità di partecipazione al concorso. L’obiettivo era trovare un modo semplice ed originale per coinvolgere gli spettatori. La scelta è ricaduta su un filtro Instagram realizzato ad hoc, per celebrare la collaborazione tra le 2 aziende. 2 - Pubbliche relazioni A questo punto, abbiamo preso contatto con i diversi interlocutori coinvolti nel progetto: - cliente, per condividere la strategia ed il piano di azione; - fornitori, per la stampa e la realizzazione di gadget e materiale di comunicazione cartaceo; - società sportiva, con l’obiettivo di verificare la fattibilità dell’evento. 3 - Realizzazione materiale di comunicazione Per comunicare al pubblico come partecipare e vincere, abbiamo realizzato un flyer plastificato da distribuire agli spettatori. Oltre a contenere la descrizione dei premi, il materiale è stato personalizzate con gli elementi grafici caratteristici della Monteverde, con l'obiettivo di fissare l’identità visiva dell’azienda nella mente dei potenziali clienti. 4 - Report Infine, abbiamo ripreso i momenti principali dell’evento, come la consegna dei premi e lo show all’intervallo, condividendoli sui canali social Monteverde. Incoraggiando la condivisione delle storie di chi ha partecipato, abbiamo generato un elevato numero di conversazioni su Instagram e Facebook intorno al brand del nostro cliente. Risultati Grazie a questa iniziativa creativa ed efficace, abbiamo supportato Monteverde nell'incrementare la propria visibilità online e sul territorio, oltre a raccogliere nuovi follower e contatti di potenziali clienti.
- CONTENT MARKETING B2B ANCHE SENZA BLOG
COSA È IL CONTENT MARKETING Per content marketing si indica generalmente l’attività, svolta dalla web agency o più generalmente da un’azienda, di creare dei contenuti interessanti per il proprio target con l’obiettivo di generare autorevolezza e attirare visitatori interessati. Lo scopo finale è quello di generare fatturato, fidelizzare i clienti migliori (Vedi l’articolo Segmentare i clienti in 3 semplici passaggi) e, nel migliore dei casi, farli diventare loro stessi portavoce del tuo brand. CONTENT MARKETING B2B Nel business to business il valore della tua offerta sta principalmente nell’autorevolezza che la tua azienda esprime. I contenuti sono i veri portavoce di questo valore. Secondo punto, ma non per importanza, il principio di attrazione. L’interlocutore nella comunicazione moderna non va interrotto con la classica pubblicità ma attirato col contenuto. Per questo motivo un buon contenuto come una guida o un articolo, al giorno d’oggi, valgono di più di altri strumenti pubblicitari. CONTENT MARKETING ANCHE SENZA UN BLOG Content marketing si fa solo attraverso i blog e i social network? Assolutamente no. Nella giornata lavorativa media si generano migliaia di contenuti anche attraverso altri strumenti come: sms, whatsapp, documenti, report e soprattutto mail. Anche se nella maggior parte dei casi sono comunicazioni uno-a-uno non dobbiamo perdere l’occasione di utilizzarli come strumento differenziante e fonte di informazioni di valore per il nostro interlocutore. NON STAI FACENDO UN PREVENTIVO MA CONTENT MARKETING Per entrare nello specifico prendiamo ad esempio un’azienda con sede nella provincia di Brescia, produttrice di componenti meccaniche, che riceve una richiesta di preventivo da un potenziale nuovo cliente. Vediamo come sfruttare al meglio la situazione per differenziarsi dai concorrenti, aumentare l’autorevolezza dell’azienda e migliorare le possibilità di acquisire il cliente. VERSIONE 1 Rispondiamo con una mail del tipo: “Gentilissimo Sig. Bianchi, grazie per la sua richiesta in allegato il preventivo con i prodotti da Lei indicati. Restiamo a disposizione per qualsiasi sua ulteriore necessità. Cordiali saluti.” In allegato il PDF scaricato dal gestionale. VERSIONE 2 Rispondiamo con una mail del tipo: “Gentilissimo Sig. Bianchi, grazie per la sua richiesta in allegato il preventivo con i prodotti da lei indicati e un nostro company profile dove illustriamo il nostro sistema produttivo 100% made in Italy. Ci contatti pure telefonicamente allo 030-12345678 per qualsiasi sua ulteriore necessità. Cordiali saluti. CompMek Srl” VERSIONE 3 Nel terzo scenario rispondiamo stavolta con una mail del tipo: “Buongiorno Sig. Bianchi sono Mario Rossi, responsabile commerciale italia della CompMek Srl, le scrivo in risposta alla sua richiesta di preventivo giunta ieri. In allegato a questa mail, oltre al preventivo, troverà la presentazione della nostra divisione “Impianti Agricoli” in cui presentiamo una serie di casi di studio relativi ad aziende del suo settore e come, grazie ai nostri prodotti, hanno migliorato l’efficienza dei loro impianti. Per qualsiasi dubbio mi contatti pure allo 030-12345678. Mario Rossi di CompMek Srl ” Le differenze tra le varie versioni sono evidenti. In tutti i casi il Sig. Bianchi riceve esattamente ilpreventivo che aveva richiesto. Nel secondo caso l’interlocutore riceverà delle informazioni in più che nel primo anche se in modo piuttosto impersonale. Nel terzo caso oltre a ricevere informazioni meglio profilate cominceremo a creare una relazione personale col potenziale cliente e a costruire un rapporto di fiducia. Creare contenuti di valore, oltre ad aiutare l’azienda nelle attività di web marketing, servirà a migliorarne la reputazione e la credibilità: le basi del business to business marketing. Scarica il PDF: CONTENT MARKETING B2B ANCHE SENZA BLOG
- UN MOTIVO IN PIÙ PER DIGITALIZZARE LA TUA AZIENDA
AL VIA IL BANDO DIGITALIZZAZIONE Riconoscendo l’importanza della digitalizzazione il Ministero dello Sviluppo economico mette a disposizione un voucher dell’importo massimo di 10.000 Euro alle PMI che intendono fare investimenti nel campo della digitalizzazione. Tra le incentivazioni allo sviluppo è compreso anche lo sviluppo di un sito e-commerce per la vendita on-line di beni e servizi. COSA VIENE FINANZIATO Il bando prevede il finanziamento delle attività di digitalizzazione fatte dalle PMI. Queste comprendono investimenti nella banda larga, nel telelavoro, nella formazione in campo ICT e soprattutto nello sviluppo di soluzioni e-commerce. COME FUNZIONA Tutte le aziende che intendono fare investimenti in campo digitale potranno beneficiare di un voucher di un importo non superiore a 10 mila euro, nella misura massima del 50% del totale delle spese ammesse. Le domande di adesione possono essere presentate a partire dalle ore 10.00 del 30 gennaio 2018 e fino alle ore 17.00 del 9 febbraio 2018. PERCHÈ ADERIRE Il motivo primario è che sicuramente la competitività delle imprese sarà sempre più basata sulla capacità di digitalizzare i processi e le vendite. Anche in campo internazionalizzazione è sempre più importante utilizzare strumenti digitali, come una piattaforma di vendite on-line, per migliorare il proprio posizionamento o entrare in nuovi mercati. Hai ancora dei dubbi o non sai come poter aderire al bando? Contattaci e ti sapremo dare tutte le indicazioni per rendere sempre più digitale la tua azienda.
- 4 caratteristiche di un sito web efficace
Con l’avvento dei social, in molti pensavano che i siti web sarebbero presto tramontati. In realtà, il sito è ancora oggi un punto di contatto fondamentale tra la tua azienda e i clienti, in grado di farti raggiungere importanti obiettivi, tra cui: - presentare l’azienda e i prodotti; - farsi trovare nelle ricerche su Google; - raccogliere contatti di potenziali clienti. Per essere veramente efficace, però, un sito web deve avere 4 caratteristiche fondamentali. 1 - Grafica chiara e semplice La navigazione tra le aree del sito deve essere facile ed intuitiva. Gli utenti vogliono trovare in pochi passaggi quello di cui hanno bisogno. Altrimenti, abbandoneranno velocemente il tuo sito e difficilmente torneranno a visitarlo. Le informazioni chiave devono quindi essere facilmente raggiungibili, attraverso un menu semplice e completo ed un’organizzazione logica ed intuitiva delle sezioni del sito. 2 - Velocità di navigazione Ricorda: nessuno è più disposto ad aspettare per ottenere le informazioni di cui ha bisogno. Perciò, il tuo sito web deve garantire tempi di caricamento immediati e permettere di navigare tra le pagine in maniera fluida e veloce. 3 - Visibilità sui motori di ricerca Un sito esteticamente attraente e ben organizzato a livello di contenuti, diventa inutile senza un traffico di visitatori costante e di qualità. Per questo è necessario analizzare le parole chiave utilizzate dalle persone su Google, ed inserirle in maniera strategica all’interno del sito, per intercettare gli intenti di ricerca dei potenziali clienti. 4 - Adattabilità a qualsiasi dispositivo Oggi navighiamo su siti internet da una miriade di dispositivi diversi: cellulari, tablet, tv e computer. Per questo, un sito web efficace deve garantire un accesso rapido ed intuitivo alle informazioni, su schermi di qualsiasi dimensione. In questo modo, potrai migliorare l’esperienza degli utenti ed incrementare la permanenza dei visitatori sul tuo sito web. Conclusioni Con queste 4 caratteristiche fondamentali, il tuo sito web diventerà molto di più di una vetrina online in cui presentare la tua azienda. Sarà un vero e proprio strumento per far crescere il business ed ottenere nuovi clienti.
- INSTAGRAM TIPS
INSTAGRAM TIPS CHE CI HANNO FATTO RAGGIUNGERE 1000 FOLLOWER IN UN MESE Con questo articolo vogliamo ringraziare i primi 1.000 follower che ci stanno seguendo sulla nostra pagina Instagram di Novanta9 raggiungibile dall’indirizzo instagram.com/novanta9agency o tramite il modulo dell’app cercando “Novanta9agency”. E’ un risultato che ci rende molto soddisfatti visto che abbiamo aperto il profilo da poco più di un mese. Instagram è un social network, di proprietà di Facebook, basato sulle immagini anche se da poco tempo è possibile pubblicare anche video. Tramite Instagram è possibile pubblicare immagini dopo averle modificate tramite filtri ed altri effetti speciali. E’ un social network molto adatto ad attività che trattano con prodotti che ben si prestano ad essere fotografati. Sicuramente tra queste aziende figurano tutte quelle che si muovono nel mondo food (da produttori, chef, ristoranti ecc..), fashion, viaggi, fitness ecc.. Il pubblico è abbastanza giovane, per la maggior parte sotto i 35 anni, anche se in realtà, a causa della sua grande semplicità di utilizzo, si sta diffondendo sempre più a tutte le fasce d’età. In generale se vuoi aprire il tuo account Instagram, come azienda, tieni in considerazione 7 semplici consigli che potranno fare la differenza: La qualità delle immagini è fondamentale. Più saranno belle più creeranno interesse nel pubblico. Cura bene il profilo e la descrizione utilizzando tutti i caratteri che hai a disposizione Usa le citazioni nel modo giusto, collabora con altre pagine e interagisci con gli utenti. Valuta bene gli hashtag da utilizzare e non abusarne (usane al massimo 5) Sfruttalo per creare curiosità sui prodotti o per delle piccole “anticipazioni” Usa le stories per coinvolgere di più il tuo pubblico. Usa uno strumento di analisi per valutare l’andamento delle pagine. Instagram è uno strumento molto potente che può catalizzare molta attenzione sul vostro business se utilizzato nel modo giusto anche se per raggiungere buoni risultati richiede molto tempo soprattutto per la creazione dei contenuti e l’interazione con altri profili e utenti.
- Come comunicare il valore dei tuoi prodotti in un catalogo?
Cerchi uno strumento efficace per presentare i tuoi prodotti in modo chiaro e completo? Allora un catalogo è sicuramente la scelta ideale. Attenzione però. Per centrare l'obiettivo, deve essere: - immediato e semplice da consultare - completo nelle informazioni - accattivante a livello grafico. Per JHB, azienda francese leader nella produzione di clip solari e occhiali, abbiamo studiato un catalogo per comunicare il valore dei prodotti in modo coinvolgente. 1 - Shooting fotografico Per prima cosa, è stato necessario fotografare i prodotti. Siamo scesi in campo con l’obiettivo di mettere in risalto i dettagli e le caratteristiche distintive delle diverse linee. Oltre alle foto dei prodotti, abbiamo realizzato alcuni scatti coinvolgendo dei modelli, in modo da permettere ai potenziali clienti di immedesimarsi con le lenti indossate. 2 - Organizzazione prodotti Abbiamo poi catalogato le diverse famiglie di prodotti, per facilitare la navigazioni tra i diversi capitoli e comunicare chiaramente l’ampiezza del catalogo. 3 - Realizzazione grafica Siamo poi passati allo sviluppo visivo, studiando l’uso dei colori e le modalità di presentazione più efficaci, per descrivere in modo immediato le differenti tipologie di lenti ed occhiali. 4 - Esperienza multicanale Per integrare l’esperienza online ed offline, inoltre, sono state inserite all’interno del catalogo le indicazioni su come poter facilmente eseguire gli ordini dal sito. Risultati Un catalogo di facile fruizione, inviato a 10.000 ottici in tutta Francia, che ha generato un flusso costante di ordini.
- Costruire un cruscotto di marketing per monitorare gli investimenti
Il cruscotto di marketing è uno strumento che serve a monitorare una serie di parametri utili al raggiungimento degli obiettivi prefissati ed eventualmente aiutarci a leggere delle indicazioni utili alla correzione di una strategia. In questo articolo capiremo come perchè è utile costruirne uno e come si fa. Alla fine di questo articolo trovi un esempio di cruscotto marketing che ti può aiutare a capire e a costruirne uno tuo. Cosa è un cruscotto di marketing Il cruscotto di marketing è un documento di sintesi che, in modo chiaro e veloce, permette al committente (imprenditore, consulente o manager) di leggere una serie di informazioni utili a capire l’andamento delle campagne in essere e monitorare gli investimenti. Uno degli obiettivi primari deve essere quello di creare uno strumento semplice e di facile utilizzo che permetta di controllare i parametri chiave con cadenza temporale fissa: mensile, trimestrale, annuale ecc.. Quello che non può essere misurato non può essere migliorato Come costruire un cruscotto di marketing Costruire un cruscotto di marketing significa redigere un documento snello, essenziale e di facile comprensione ma anche completo ed efficace. I passaggi essenziali per costruire un sistema di controllo marketing sono: Definire lo scopo del cruscotto. A cosa mi serve? Identificare le aree di informazione Scegliere i dati strategicamente interessanti (Chiavi di performance o KPI) Inserire i dati in modo chiaro e graficamente ben leggibile Analizzare e interpretare i dati per prendere nuove decisioni strategiche Il risultato: monitorare, agire e crescere Il cruscotto di marketing ci permette di intraprendere nuove azioni volte allo sviluppo del business. Possiamo definire nuovi obiettivi e fare delle previsioni Possiamo misurare e valutare i risultatati in real time Possiamo definire le azioni da intraprendere o ricalibrare quelle in essere Possiamo valutare il ritorno degli investimenti di markeiting Conclusioni Il cruscotto di marketing è uno strumento che può essere costruito con una seri di passaggi che vanno attentamente calibrati sulla propria realtà aziendale: sui tipi di canali di vendita, sul modello commerciale, la tipologia di clientela e il tipo di prodotto venduto. Non bisogna in oltre cercare di monitorare tutto ma solo gli indicatori più rappresentativi che ci possono aiutare a capire se stiamo raggiungendo quello specifico obiettivo. Esempio di cruscotto marketing Abbiamo costruito un esempio, con numeri totalmente dimostrativi, di un business to business che ha come obiettivo la generazione di lead per trasformarli in nuovi clienti. In questo esempio vediamo come le attività di web marketing possono essere monitorate dalla creazione del contatto alla conclusione del contratto.
- DIRECT MARKETING B2B
COSA È IL DIRECT MARKETING Per direct marketing si intendono quelle attività di marketing e web marketing volte a ad agire direttamente sul cliente, anche in modo one-to-one, e che hanno come scopo la generazione di una reazione definita e misurabile. Si differenzia dalla comunicazione di massa poiché, venendo di volta in volta personalizzato, agisce su un segmenti e persone in un target ben definito. Nel direct marketing si identificano attività come: Invio diretto di materiale di comunicazione per posta tradizionale (chiamato anche direct mail) Invio di materiale informativo/commerciale per canali di messaggistica elettronica o e-mail Comunicazione sui social network tipo one-to-one PERCHÉ È IMPORTANTE ANCHE NEL B2B Uno degli obiettivi principali del marketing business to business deve essere il supporto al reparto vendite. Come? Mettendo nelle condizioni gli addetti alle vendite di poter stabilire un contatto direttocon l’interlocutore col quale iniziare delle trattative commerciali andando a superare il concetto di business to business per passare al concetto di human to human. Altro scopo sarà quello di far accrescere la reputazione e la credibilità dell’azienda portando del valore al nostro interlocutore. Il direct marketing ci può aiutare in entrambe le situazioni andando a rivelarsi come uno dei migliori strumenti di marketing b2b. LA SFIDA DELLA MARCOLINI SRL La Marcolini Srl è un’azienda della provincia di Brescia che dal 1962 produce particolari in acciaio stampato per l’idrosanitaria. Il suo core business è nella produzione e vendita di ganci di fissaggio per lavabi. La sfida che ci ha rivolto è chiara: migliorare la reputazione del brand e supportare il reparto vendite nella ricerca di nuovi mercati e opportunità commerciali. IL DIRECT MARKETING NELLA CUSTOMER JOURNEY In un mondo in cui digital marketing e web marketing la fanno da padrone, mescolare accuratamente attività on-line e off-line può fare la differenza. Per questo sono stati scelti strumenti di marketing, sia digitali che “fisici”, che perfettamente si sono integrati nella customer journey (percorso di acquisto) dei potenziali clienti. Lo strumento principale che è stato scelto è un box di presentazione dei prodotti da spedire ai lead potenzialmente interessati. Questa operazione ha lo scopo da una parte di valorizzare un prodotto OEMe dall’altra di generare una gradevole predisposizione nell’interlocutore a continuare i rapporti con la Marcolini Srl. MONITORARE I RISULTATI Un ulteriore vantaggio del direct marketing è sicuramente la facilità nel misurare i risultati che porta a fronte di investimenti iniziali molto trasparenti. E’ stato facile quindi andare a misurare KPI (Key performance indicator) come: Numero di lead contattati con strumenti digital e social Numero di box inviati Numero e valore dei preventivi emessi Numero e valore dei contratti stipulati Le attività di direct marketing si possono perfettamente integrare andando a potenziare le attività di marketing e comunicazione di qualsiasi azienda specialmente nel business to business andando a iniettare vera linfa vitale al reparto vendite. Scarica il PDF: Direct Marketing B2B – Un caso di studio
- Virtual meeting coinvolgenti ed efficaci
Guida all’organizzazione dei virtual meeting Smart working, virtual meeting, video conferencing… mai come in questo periodo storico le modalità di incontro virtuale sono diventate l’unico modo possibile di comunicazione con clienti, colleghi e team di lavoro. L’emergenza da Coronavirus ha comportato un rapido cambiamento delle regole che contraddistinguono i recenti incontri lavorativi, imponendo una rivalutazione della necessità di organizzare dei meeting in presenza. Ciò consente alle aziende un risparmio considerevole di costi, permettendo il coinvolgimento di più collaboratori dislocati sul territorio nazionale ed internazionale ed aprendo nuove modalità di comunicazione; vantaggi che devono andare di pari passo con l’utilizzo corretto della tecnologia virtuale e delle piattaforme preposte. Come per le riunioni in presenza anche i meeting virtuali, se non vengono gestiti efficacemente, corrono il rischio di diventare una perdita di tempo per il team di lavoro; la presente guida vuole essere uno strumento per rendere coinvolgente e produttivo l’incontro a distanza. La pianificazione di un meeting virtuale di successo può essere suddivisa in 3 fasi: 1. Prima del virtual meeting Definizione della tipologia di meeting Il virtual meeting può essere organizzato per l’avanzamento di un progetto preesistente, come brainstorming per un nuovo progetto, per la raccolta di opinioni, come riunione di team di lavoro, per dare comunicazioni specifiche o come semplice colloquio individuale. Generalmente viene sconsigliato l’utilizzo di questa metodologia in caso di conversazioni delicate, conflitti o negoziazioni di budget; anche se in questo periodo storico potrebbe renderlo necessario, facendo diventare ancor più importante l’uso corretto della tecnologia. Stabilire gli obiettivi La scelta di obiettivi chiari, quantificabili e monitorabili, è la chiave per organizzare un meeting virtuale di successo. La consapevolezza del risultato che si vuole ottenere aiuta a rimanere focalizzati e a rendere più produttivo il meeting. Scelta della piattaforma La definizione della tipologia, può indirizzare l’eventuale scelta del tipo di piattaforma da utilizzare. Ecco una panoramica delle più utilizzate: Skype: disponibile su qualunque piattaforma (Android, iOS, Windows, browser Web, Alexa, Xbox…), è uno strumento gratuito in grado di gestire fino a 50 partecipanti durante la stessa chiamata, possibilità di registrazione, condivisione file e schermo. Prima del suo utilizzo è necessario creare un account. Zoom: disponibile su Android, iOS, browser Web. Permette la gestione di 100 partecipanti durante la stessa chiamata; il piano gratuito gestisce una durata di 40 minuti di chiamata, dopodiché è necessario ricollegarsi. Diversamente è possibile sottoscrivere un piano a pagamento che garantisce durata illimitata del meeting, e una partecipazione fino a 1000 utenti. L’applicazione offre condivisione simultanea di schermi, co-annotazioni, registrazione riunioni, pianificazione automatica delle stesse, possibilità di ulteriore suddivisione di sotto-gruppi. Google Meet: disponibile Android, iOS, browser Web. Collegato direttamente a G Suite, posta Gmail e Google Calendar, con chiamate illimitate e un massimo di 100 utenti. La piattaforma sta guadagnando consensi, considerando la formula gratuita del servizio (fino al 30 settembre 2020) e alcuni aggiornamenti di intelligenza artificiale, come l’eliminazione del rumore, regolazione automatica della visibilità agli altri partecipanti in caso di le condizioni di illuminazione siano scarse, layout intuitivo. Microsoft Teams: è una piattaforma di comunicazione progettata principalmente per lo smart working e la didattica online. Disponibile per sistemi operativi Windows, Mac OS e Linux, tramite app o via web. Possono partecipare agli incontri fino a 250 utenti, con possibilità di aprire live streaming con un pubblico fino a 10.000 spettatori. Le registrazioni degli incontri vengono salvate nel cloud in Microsoft Streams, a disposizione del team che ha preso parte alla riunione. L’iscrizione è gratuita, con possibilità di piani a pagamento a seconda delle esigenze. Scegliere ed invitare i partecipanti La definizione della tipologia di meeting e della sua piattaforma, comporterà la selezione dei partecipanti da coinvolgere. Molto importante è anche la modalità di invito: telefonata personale nel caso in cui si voglia dare maggior importanza alla persona coinvolta, email per inviti più formali e pianificati, messaggistica istantanea per inviti più informali o urgent. Solo successivamente viene consigliata la pianificazione e l’invito su Calendar. Ricordare anche di inviare le istruzioni tecniche per accedere correttamente alla piattaforma. Gestione delle tempistiche È sconsigliabile gestire virtual meeting che eccedano la durata tra i 30 e i 60 minuti. Oltre a questa tempistica, la riunione senza pausa causerebbe un calo di attenzione considerevole, con il rischio che gli utenti coinvolti svolgano altri tipi di attività in parallelo. Definizione e distribuzione dell’agenda L’ordine del giorno permette, oltre alla definizione dell’ordine e degli argomenti da trattare, la condivisione con il team individuato a partecipare al meeting, in modo che possa conoscere con anticipo lo scopo della riunione e farsi trovare quindi preparato. L’agenda, tramite l’utilizzo di parole strategiche, dovrebbe invogliare la partecipazione alla riunione virtuale ed essere lo strumento che possa garantire successo al meeting. Anticipare i dubbi o i problemi tecnici È importante chiedere un riscontro al team circa la semplicità di utilizzo della piattaforma scelta per il meeting, che anticipare eventuali dubbi sui temi da affrontare, evitando così l’insorgere di problematiche tecniche in fase di inizio o durante il meeting. Fare dei test Prima del collegamento è buona abitudine testare la piattaforma, la velocità della connessione, la qualità audio e video, l’illuminazione e l’inquadratura della stanza in modo da essere pronti ed organizzati al momento in cui avrà inizio l’incontro. Se si devono condividere slides o files multimediali è opportuno fare dei test, magari con utenti esterni all’azienda, per verificare leggibilità e fluidità. Alcuni consigli: Tutte le piattaforme prevedono la creazione di account gratuiti. Si consiglia di creatre un account gratuito per studiare e testare il programma nel caso un cliente chieda un meeting sulla sua piattaforma preferita; in questo modo non ci si farà trovare impreparati. Se si condividono delle slides verificare che i caratteri e le immagini siano sufficientemente grandi per essere correttamente letti. Può succedere che la piattaforma, per vari motivi, tenda ad abbassare la qualità della trasmissione: queste perdite si possono compensare aumentando le dimensioni del font o ingrandendo in anticipo le immagini da proiettare. Può succedere di dover condividere lo schermo del proprio computer. È bene chiudere in anticipo i programmi inutili e tenere aperti solo quelli necessari. Ricordare anche di disattivare notifiche e avvisi così da non far distrarre i partecipanti. 2. Durante il virtual meeting Collegarsi in anticipo e rispettare l’orario di inizio Nonostante possano essere stati fatti dei test in precedenza, è buona abitudine collegarsi in anticipo rispetto all’orario comunicato, in modo da farsi trovare pronti ed accogliere i primi utenti collegati. Non attendere troppo eventuali ritardatari, che possono aggiungersi a meeting già iniziato, in modo da incentivare la puntualità per incontri futuri. Preparare l’introduzione Aprire l’incontro con una slide, o con un discorso preparato in precedenza, o con una domanda sulle aspettative degli utenti collegati, è il modo ideale di iniziare un meeting coinvolgente, in grado di creare un clima positivo e rompere il ghiaccio. Assegnare dei compiti Un altro modo di rendere attiva la conversazione, è l’assegnamento di alcuni compiti ad alcune persone coinvolte nel meeting: prendere appunti, dare una tempistica agli argomenti da trattare chiedendo di essere avvisati se dovesse eccedere ecc. Incoraggiare e stimolare la conversazione È importante che i partecipanti siano messi a proprio agio, dando loro libertà di intervento e preparando delle domande specifiche per incentivare la partecipazione a turni. Evitare domande troppo generiche e che potrebbero aprire ampi dibattiti o risposte troppo lunghe. Ordine degli argomenti È utile tenere la traccia dell’agenda, cercando di rispettare l’ordine dei temi prefissati. Se alcuni argomenti necessitano di un approfondimento, è possibile rimandarli ad un meeting successivo. Non interrompere È buona norma permettere ad ogni persona di parlare o esprimere un parere sull’argomento da trattare, evitando di interrompere: questo comportamento può generare confusione o disincentivare l’utente a riprendere parola successivamente. Vista la difficoltà nel prendere la parola è talvolta utile interrompere e chiedere se ci sono delle domande a riguardo. Riassumere Dopo ogni tema trattato, è consigliabile riepilogare quanto è stato detto, in modo da assicurarsi che il team coinvolto sia sulla stessa lunghezza d’onda. Pianificare un secondo meeting Prima dei saluti è consigliabile fissare l’appuntamento successivo, scalettando anticipatamente gli argomenti rimandati o da approfondire. 3. Dopo il virtual meeting Fare il punto della situazione Al termine del meeting è importante fare il punto della situazione: con l’utilizzo di una tabella riepilogare i temi trattati, gli obiettivi ottenuti e gli eventuali argomenti da approfondire. Inviare il recap La condivisione del riassunto al team che ha fatto parte del meeting è uno strumento utile affinché quanto discusso venga concretizzato e per monitorare gli obiettivi prefissati. In caso siano emersi punti di disaccordo, oltre all’invio dell’email formale, è necessario contattare i diretti interessati per gestire le eventuali obiezioni. Oltre al recap potrebbe essere utile condividere eventuale nuova documentazione. Feedback A fronte del risultato ottenuto, è importante effettuare un’autovalutazione ed una richiesta di feedback ai partecipanti del virtual meeting, al fine di migliorare gli incontri futuri. Monitoraggio È consigliabile elaborare schemi di monitoraggio, che potranno essere aggiornati ad ogni incontro, fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Conclusioni Riassumendo, è importante tenere in considerazione alcuni punti, per rendere i prossimi virtual meeting interessanti e coinvolgenti: 1 Prima del meeting: definizione degli obiettivi e scelta della tipologia di meeting definizione dell’agenda scelta dei partecipanti e della modalità di invito scelta della piattaforma stabilire una durata anticipare potenziali dubbi strumenti utili e test 2 Durante il meeting: collegarsi in anticipo conoscere perfettamente la piattaforma tecnologica scelta utilizzo di slide, immagini, condivisione di documenti incoraggiare la conversazione assegnare ruoli non interrompere sintetizzare ad ogni argomento trattato seguire l’agenda concludere fissando il prossimo meeting 3 Dopo il meeting: riassumere i risultati o le decisioni prese invio del recap ed eventuale documentazione aggiuntiva agli utenti coinvolti chiedere feedback sulla buona riuscita del meeting organizzazione del meeting successivo costante monitoraggio raggiungimento obiettivi Scarica la guida in pdf
- MARKETING B2B: 10 ERRORI DA EVITARE
Storicamente le aziende che operano nel B2B (business to business) hanno sempre dato molta importanza alle aree commerciali e alla produzione. Oggi, vivendo un mercato sempre più competitivo, l’area marketing sta diventando sempre più strategica per la vita e lo sviluppo del business. D’altra parte, essendo un ramo aziendale relativamente giovane, c’è il rischio che vengano commessi degli errori che potrebbero portare a perdere delle opportunità di vendita e di crescita dell’azienda. Di seguito una panoramica dei 10 errori più comuni compiuti dalle aziende in ambito di marketing B2B. 1. Non monitorare le performance La misurazione del ROI (return on investment), il calcolo della redditività e dell'efficienza economica è fondamentale per conoscere in ogni momento l’andamento della strategia adottata. Il marketing non è un’ipotesi, ma una serie di strategie monitorabili anche tramite software che consentono il perfezionamento ed il calcolo dei ritorni investiti. Concentrarsi su singole azioni piuttosto che sui risultati ed obiettivi prefissati è tra gli errori principali che le aziende possono commettere. Il monitoraggio in tempo reale e costante consente invece di creare ed eventualmente aggiustare le strategie B2B corrette per l’azienda. 2. Vendere esclusivamente il proprio brand Come detto in precedenza nel B2B il cliente è composto da altre aziende o fornitori, pertanto non interessati ad acquistare il brand (ad eccezione di grandi brand universalmente conosciuti) ma prodotti o servizi offerti. 3. Non individuare un target specifico Nel marketing B2B è controproducente rivolgersi ad un pubblico troppo vasto: il target in questo caso dovrebbe essere il più specifico possibile, individuando figure o reparti aziendali, settori produttivi e fatturato. Il lancio di campagne sul territorio nazionale o internazionale potrebbe essere un investimento inutile se non accompagnato da una copertura o presenza capillare; in tal caso la definizione del bacino di utenza dovrebbe essere più specifica 4. Affidarsi completamente alla vendita online Non sempre in ambito B2B i prodotti possono essere venduti online: la maggior parte dei prodotti o servizi vengono acquistati grazie alla competenza di collaboratori in grado di costruire con il potenziale cliente un rapporto di fiducia. 5. Investire in canali sbagliati Non tutti i canali digitali sono uguali: un’attenta analisi del target, del settore e degli obiettivi che si desidera raggiungere è la modalità corretta per scegliere il canale giusto ed adottare il tipo di comunicazione più appropriato. Trascurare questa parte equivale ad investire tempo e risorse in canali sbagliati. Inoltre in ambito di marketing B2B potrebbe essere più importante sviluppare contenuti specifici (guide, manuali, schede scaricabili) per un pubblico targettizzato da ricontattare successivamente, piuttosto che cercare di vendere direttamente il prodotto o servizio (vedi punto 4). 6. Pretendere risultati a breve termine Aspettarsi risultati immediati nel marketing B2B comporta quasi sicuramente ad un fallimento della strategia. Quest’ultima va definita in più processi e passaggi, dedicandovi tempo e cercando di proporre costantemente idee, nuovi contenuti e costruendo relazioni solide. Solo in questo modo si possono ottenere buoni risultati, convincendo le altre aziende ad accettare le proposte commerciali offerte. 7. Non utilizzare un CRM Se il marketing B2B sta diventando sempre più Human to Human il CRM è lo strumento che meglio si adatta a tenere traccia ed organizzare i rapporti con i clienti. Non avere un CRM fa perdere l’occasione di catalogare e segmentare correttamente lead, prospect e clienti. Una corretta segmentazione permetterà di sviluppare strategie ben mirate per ogni target individuato. 8. Puntare solo su contenuti autoreferenziali I clienti non sono più passivi come un tempo pertanto presentare solo ciò che si vuole vendere, parlando troppo di sè e dei propri successi senza considerare le esigenze del proprio target, non è sicuramente la scelta corretta. Se un’azienda parla solo di se stessa senza mettersi nei panni del proprio interlocutore e cercando di capire quali contenuti possono interessargli di più non potrà che tendere, nel tempo, ad isolarsi perdendo l'occasione di innescare un dialogo costruttivo con il target individuato e coinvolgerlo con alcune tecniche di engagement. Fornire ai potenziali clienti materiale di approfondimento, alternative e soluzioni interessanti e conoscere cosa cercano sul web può aiutare a conquistare la loro attenzione. 9. Non estrapolare i dati dal web Al giorno d’oggi è possibile estrapolare e monitorare molti dati dai canali proprietari (sito web, email): quante persone hanno visitato il sito e su quali contenuti si siano maggiormente soffermati, il numero di email aperte e la quantità di contenuti scaricati, la provenienza geografica… non dare importanza a tutti questi dati significa perdere l’occasione di conoscere meglio i potenziali clienti per proporre loro soluzioni ad hoc e rafforzarne l’engagement. Oltre ai canali proprietari, sul web si possono trovare vere e proprie miniere di dati. Si possono andare a leggere le recensioni del proprio prodotto o dei concorrenti (magari tutti si lamentano di una funzionalità ben specifica). Si possono anche andare a leggere i vari post e commenti dei gruppi facebook (o dei forum) in cui fanno parte i clienti target. Anche Linkedin è una fonte di informazioni: può permettere di farsi un'idea in anticipo della persona con cui andremo ad interagire. 10. Limitarsi a copiare la concorrenza Imitare l’operato della concorrenza, adottando le stesse azioni e presentandosi allo stesso modo, significa perdere il vantaggio competitivo della propria azienda, e facendo perdere al potenziale cliente l’interesse a sceglierla tra altre. Lo svantaggio principale nell’adottare questa metodologia, è l’impossibilità di conoscere le dinamiche dei propri competitor; non essendo possibile anticipare le sue successive mosse, ci si limiterebbe ad agire in difesa. Inoltre si perderebbe l’occasione di strutturare una strategia personalizzata sulla base della propria azienda, di conoscere meglio il target e tracciare obiettivi quantificabili e raggiungibili. Ogni business ha caratteristiche e peculiarità proprie, da cui è possibile ricavare il proprio valore aggiunto che successivamente può essere comunicato all’esterno, adottando strategie su misura ed individuando il target specifico, che può differire da quello individuato dalla concorrenza.
- BANDO E-COMMERCE A FONDO PERDUTO DA REGIONE LOMBARDIA
La Regione Lombardia ha messo a disposizione un bando per agevolazioni a fondo perduto, per venire incontro ai disagi causati dalla pandemia mondiale. Questo bando sarà disponibile dal 19 Maggio 2021, e le richieste per poter beneficiare del bando in questione saranno inviabili fino al 22 Giugno 2021. Tutte le aziende nel territorio di Lombardo (come Milano, Monza, Bergamo, Brescia, ecc...), potranno avvalersi del bonus a scopo di potenziamento nel mercato tramite l'e-commerce. Per poter effettuare la richiesta, bisogna inviare la domanda formale presso lo sportello digitale apposito, il cui link è http://webtelemaco.infocamere.it come spiegato alla pagina dedicata sul sito di regione Lombardia. Sarà compito degli addetti allo sportello valutare i singoli casi di necessità del bando, e la conseguente decisione di ammissione o meno. Inoltre, il processo sarà affrontato in base all'ordine cronologico della presentazione delle domande. In cosa consiste il bando pubblico della Regione Lombardia Il bando consiste in un contributo a fondo perduto accessibile in 2 modi: Si può beneficiare del bonus per un valore di 5.000 € (4.000€ minimo), con rimborso pari al 70% sulle spese sostenute; Nel secondo modo, si può beneficiare di un bonus dal valore di 15.000 € (minimo 10.000€), con un rimborso del 50% sulle spese sostenute. L'obiettivo del bando è agevolare la digitalizzazione delle aziende, permettendo loro di sostenere le spese di produzione di un sito web o di un'applicazione, sui quali poter effettuare vendite, poter comunicare agevolmente coi clienti e poter offrire servizi speciali (facilitando, cioè l'e-commerce). Ci sono, tuttavia, delle spese specifiche effettuabili con i fondi del bando pubblico, che verranno specificate di seguito. Le spese ammesse per l'utilizzo del bando In generale, sono ammesse tutte le spese che riguardano l'agevolazione di pagamenti online, la pubblicità dell'azienda su internet e le analisi di mercato che ne conseguono. Inoltre, il bando ha l'obiettivo di permettere alle aziende di ottimizzare i propri servizi in relazione all'andamento del mercato stesso. Nello specifico, i casi concessi per poter usufruire del bando sono: PER QUANTO RIGUARDA I PAGAMENTI ONLINE: l'accesso ai servizi di compra-vendita dell'azienda; la creazione di un sistema di comunicazione agile, con l'obiettvo di potenziare la relazione coi clienti; progettazione di applicazioni per dispositivi mobile per effettuare pagamenti; l'acquisto di software necessari ai processi lavorativi; potenziamento dei sistemi di sicurezza online dell'azienda. PER LA PUBBLICITÀ ONLINE: investimenti per facilitare la ricerca del sito sui browser; creazione di showroom digitali, che permettano di effettuare "visite virtuali" di ambienti o l'osservazione di modelli 3D dei prodotti venduti; pagamento di sistemi di protezione del marchio aziendale; 4 - sviluppo di sistemi per il posizionamento sui mezzi di ricerca online (SEO). PER GLI STRUMENTI DI ANALISI DI MERCATO: pagamento di consulenze a scopo di analisi di mercato e per valutazione dei dati sulla competizione delle altre aziende, analisi sul progetto stesso dell'azienda, con consulenze e approfondimenti sui dati pratici e digitali; creazione di sistemi di intelligenza artificiale in grado di auto-analizzare i dati di mercato; Inoltre, è possibile usare i fondi per la formazione del personale all'utilizzo degli strumenti digitali. L'importanza del marketing digitale Già da molti anni è diventato fondamentale, per qualsiasi azienda, affrontare il tema del marketing digitale e dell'importanza della comunicazione con i clienti, siano attuali o futuri. Viviamo in un mondo sempre più digitalizzato, ed è importantissimo sapere come rivolgersi al mercato. Sono molte le aziende che offrono servizi di informazione riguardo come gestire questo fattore, ma sono poche quelle che riescono a offrire una panoramica completa sull'argomento e ad offrire un supporto effettivo per potersi aggiornare. Il bando messo a disposizione della Regione Lombardia rappresenta un'occasione molto proficua per tutte le aziende del territorio, compresa Brescia stessa. La collaborazione con una compagnia come Novanta9.com, infatti, permetterebbe l'ideazione di una strategia di mercato. Cos'è una strategia di mercato Una strategia di mercato è l'insieme dei provvedimenti presi in considerazione da un'azienda per aumentare la propria influenza sul mercato. Gli aspetti che riguardano l'approccio giusto al marketing sono moltissimi, ma i più importanti riguardano la comunicazione cn i clienti e i potenziali e il posizionamento del proprio marchio. Per poter aumentare le probabilità di acquisire nuovi clienti è importante impostare una buona SEO (Search Engine Optimization) per il proprio sito web. La SEO riguarda tutti gli i fattori che aiutano la pagina web di riferimento ad essere trovata più facilmente dall'utente, come un titolo accattivante e originale, l'uso dei tag per facilitare la ricerca attraverso il browser e l'ottimizzazione della pagina (come la disponibilità di una versione del sito anche per dispositivi mobile). La pubblicità può essere fatta in moltissimi modi, ma il marketing digitale riguarda principalmente la pubblicità online. Questa può avvenire sia per commissione, sia per condivisione: La commissione prevede, ad esempio, un servizio di inserzioni pubblicitarie su altri siti. La condivisione, invece, consiste nel lasciare che sia l'utenza stessa a proporre i contenuti del sito ad altri possibili clienti. Per facilitare questo processo, ci si può avvelere di influencers su internet, il cui compito è quello di attirare la loro fascia di utenza sul proprio sito.